Matteo Gamerro il Primo Pellegrino sul Cammino di San Michele”.
“SI PUO’ FARE.”
Sulle ali del rispetto!
Matteo Gamerro parte dalla Sacra di San Michele in Val Di Susa per raggiungere Monte Sant'Angelo sul Gargano seguendo quella che da secoli viene chiamata Linea Sacra Micaelica e che adesso diventa un vero e proprio Cammino di San Michele.
Nel suo zaino trova posto purtroppo, assieme a determinazione e tanto coraggio, anche la sclerosi multipla, la malattia che gli sta progressivamente devastando il corpo ma che non è riuscita a sconfiggere il suo spirito. Matteo, spinto da amici e parenti sulla sua joelette, dalla Sacra di San Michele raggiungerà dunque la destinazione pugliese prevedendo anche una tappa romana presso Castel Sant'Angelo.
Qui potrà ammirare l'immagine dell'Arcangelo guerriero che dal '600, al termine della terribile pestilenza, fu posto a dominare il monumento e la città nell'atto di rinfoderare la spada.
È certo possibile, interpretando il progetto di questo viaggio, lasciarsi avvolgere dalla metafora, una metafora che profuma di amicizia, di speranza e di coraggio.
Una metafora che può ottenere l'adesione morale di noi tutti, di un mondo intero posto in ginocchio dalla malattia, dove la speranza di uno diventa quella di tutti.
Se Matteo lo può fare allora lo possiamo anche noi.
Matteo Gamerro parte dalla Sacra di San Michele in Val Di Susa per raggiungere Monte Sant'Angelo sul Gargano seguendo quella che da secoli viene chiamata Linea Sacra Micaelica e che adesso diventa un vero e proprio Cammino di San Michele.
Nel suo zaino trova posto purtroppo, assieme a determinazione e tanto coraggio, anche la sclerosi multipla, la malattia che gli sta progressivamente devastando il corpo ma che non è riuscita a sconfiggere il suo spirito. Matteo, spinto da amici e parenti sulla sua joelette, dalla Sacra di San Michele raggiungerà dunque la destinazione pugliese prevedendo anche una tappa romana presso Castel Sant'Angelo.
Qui potrà ammirare l'immagine dell'Arcangelo guerriero che dal '600, al termine della terribile pestilenza, fu posto a dominare il monumento e la città nell'atto di rinfoderare la spada.
È certo possibile, interpretando il progetto di questo viaggio, lasciarsi avvolgere dalla metafora, una metafora che profuma di amicizia, di speranza e di coraggio.
Una metafora che può ottenere l'adesione morale di noi tutti, di un mondo intero posto in ginocchio dalla malattia, dove la speranza di uno diventa quella di tutti.
Se Matteo lo può fare allora lo possiamo anche noi.